L’ing. Gerardo Vendemia ha consegnato alla Banca d’Italia il disegno originale della mille lire emessa dalle Regie Finanze di Torino il 1 gennaio 1746
Il giorno 13 febbraio 2025 si è tenuta a Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, la cerimonia ufficiale di consegna del “disegno originale delle lire mille” del 1 gennaio 1746, che entra a far parte della collezione del Museo della Banconota dell’Istituto.
Il disegno è stato donato dall’ing. Gerardo Vendemia, 38 anni, numismatico, autore di cataloghi per collezionisti di banconote e titolare di alcuni dei siti internet più visitati del settore.
L’ESPERIENZA FRANCESE E QUELLA ITALIANA
La serie del 1746 rappresenta il primo esempio di cartamoneta in Italia, autorizzata con Regio Editto del 26 settembre 1745 da Carlo Emanuele III di Savoia ed emessa nei tagli da 100, 200, 500, 1000 e 3000 lire, tutti molto elevati per l’epoca. L’idea era nata dalla proposta che, nel 1711, John Law, un economista inglese, aveva sottoposto all’attenzione del duca Vittorio Amedeo II, ma che venne bocciata dai consiglieri di corte. Dunque i carteggi, disegni inclusi, furono accantonati.
John Law senza perdersi d’animo aveva portato in Francia la sua idea, questa volta accolta da Filippo II d’Orléans. Appena fu eletto reggente di Luigi XV, nel 1715, sfruttò la proposta per risanare le casse dello Stato, che non potevano far fronte ai debiti. A Law venne concesso di operare attraverso la Banque Générale, con mezzi propri. In poco tempo riuscì nel suo intento, la Banca generava ottimi profitti e la popolazione gradiva il nuovo strumento di pagamento. Nel 1718 l’istituto divenne Banque Royale e Filippo II assunse la carica di Governatore, lasciando a Law la direzione generale. Il reggente, tuttavia, aveva pensato di poter spendere tutta la nuova ricchezza secondo i propri bisogni, dissipando gran parte del patrimonio. Le sue spese gli sembravano poter essere facilmente compensate dall’emissione di nuova cartamoneta. Ma, come oggi ben comprendiamo, questa scelta comportò una enorme inflazione, quindi la sfiducia della popolazione e l’ira degli investitori. Per evitare una sommossa la monarchia cercò di correre ai ripari, trovando in John Law il perfetto capro espiatorio. A lui furono ingiustamente addossate, attraverso i giornali le colpe del tracollo. Ma quella esperienza aveva dimostrato agli economisti del tempo quanto fosse potente il nuovo strumento della cartamoneta.
A Torino la scelta di rispolverare la proposta del 1711 fu dettata dall’esigenza di reperire fondi per sovvenzionare la guerra contro Francia e Spagna (che si concluse nel 1748 con i trattati di Aquisgrana). La cartamoneta infatti premiava l’investitore con un interesse annuo del 4% per quattro anni ed ebbe un riscontro positivo tra la popolazione. Essa veniva usata per le operazioni commerciali nei tagli minori, al punto che nuove serie furono autorizzate in seguito e il valore facciale minimo fu ridotto fino a 10 lire.
LA BANCONOTA DA MILLE LIRE
Il taglio da 1.000 lire resta tuttavia iconico nell’immaginario collettivo. Durante il XIX secolo e metà del XX secolo (fino al 1945) la banconota da mille lire rappresentò il valore più elevato emesso dagli istituti di credito italiani, tra cui la Banca Nazionale negli Stati Sardi, la Banca Nazionale nel Regno d’Italia, la Banca Nazionale Toscana, la Banca Romana, ma anche il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia, questi ultimi gli unici istituti a stampare banconote in Italia anche dopo la fondazione della Banca d’Italia nel 1893. In seguito, nonostante non fosse più il maggiore dei tagli in circolazione, la banconota da 1.000 lire ha continuato ad “abitare” i portafogli degli italiani fino all’arrivo dell’euro, cioè fino al 28 febbraio 2002. Nella sua ultima versione, in circolazione dal 1990, è stata la prima cartamoneta italiana ad ospitare una donna realmente vissuta, Maria Montessori. La sua storia termina con la prescrizione, che determina la fine della convertibilità in euro-banconote, attraverso il decreto-legge Monti n. 201/2011 (art. 26) del 6 dicembre 2011.
IL DISEGNO DONATO AL MUSEO DELLA BANCONOTA
Il “disegno originale della lire mille” donato al Museo della Banconota era stato necessario per realizzare i cliché di stampa, quindi venne preparato “in negativo”. Esso è privo delle iscrizioni, che sarebbero state allocate in un secondo momento nell’area racchiusa nella cornice, formata da un intreccio di elementi floreali e geometrici. Sul lato destro, che diventerà sinistro al momento della stampa, si ritrovano elementi florali e geometrici, insieme a due teste di angeli. Questa raffigurazione è simmetrica perché all’atto dell’emissione il foglio intero veniva tagliato manualmente in due parti, delle quali la matrice rimaneva alla Cassa. Qualora ci fossero stati dubbi sull’autenticità della cartamoneta era sufficiente confrontare se il bordo sinistro coincideva con il bordo destro della matrice.
In alto a destra, manoscritta, l’iscrizione “Disegno originale delle lire mille” e le firme “Bocca Rambaudi”, i due “mastri auditori”, esponenti di due delle principali famiglie nobili subalpine. Gli stessi firmeranno negli anni a seguire anche molti esemplari della cartamoneta delle Regie Finanze di Torino.
Solo casualmente è stato recentemente ritrovato in una tenuta nobiliare di Pesaro.
LE RAGIONI DELLA DONAZIONE
Entrando nella collezione della Banca d’Italia, il “disegno originale” impreziosisce il magnifico percorso museale di Via Nazionale e offre ai visitatori un’esperienza unica: scoprire i segreti della prima “banconota” italiana.
Gerardo Vendemia al momento della donazione ha sottolineato che la scelta di privarsi di un reperto storico così importante è scaturita dall’esigenza di condivisione. L’emozione di osservare il progetto della prima cartamoneta da mille lire italiana non può essere esclusiva, ha bisogno di essere estesa al maggior numero possibile di persone.
La nuova collocazione del disegno arricchisce il patrimonio del Museo della Banconota, un luogo che custodisce straordinari reperti di storia economica della nostra nazione. Un Museo contemporaneo se pensiamo che, ancora oggi, la cartamoneta rappresenta lo strumento più utilizzato nelle operazioni commerciali.