La nuova Maona Giustiniani nacque da un’associazione di più famiglie, accomunate da intenti, valori e tradizioni che, dopo 60 anni, fondò la Casa di San Giorgio.
Il 14 novembre 1362 venne costituita a Genova una nuova società, denominata «Maona Nuova », che vide l’aggregazione di 12 notabili di Genova in un unico clan familiare; i soci della Maona Nuova, infatti, rinunciarono al proprio cognome per assumere quello di Giustiniani, l’esponente più illustre della prima Maona, che si era guadagnato il rispetto e l’ammirazione di tutti in virtù della propria saggezza unita a indomito coraggio.
L’origine dei fondatori della Maona Nuova non era quindi legata a una singola stirpe, ma a più famiglie che scelsero di aggregarsi in una società di persone, quasi che fossero nate dallo stesso padre, perché comune era, non solo il loro intento, ma anche la loro terra e i valori della loro tradizione; quella tradizione da cui promana l’audacia che rende i liguri protagonisti di grandi avventure e, al tempo stesso, li induce a silenziosa operosità.
La decisione di fondere più famiglie in una sola, in virtù dell’alto prestigio e della disponibilità di una dimora atta a accoglierle tutte, non era nuova a Genova, e da questa remota tradizione nacquero gli “alberghi” che diedero poi luogo alla normale aggregazione politica.
La costituzione della Maona Nuova, o Maona Giustiniani, venne quindi intesa come una associazione inter pares, con la sola eccezione di Pietro Recanelli Giustiniani, alla cui famiglia, in segno di deferente gratitudine, furono riconosciute due quote.
La scelta dell’associazione paritetica presentava il vantaggio di armonizzare la definizione delle carature e, conseguentemente, di semplificare la gestione delle quote di partecipazione.
I Giustiniani assunsero la reggenza di Chios e dei possedimenti limitrofi e, l’8 giugno 1365, l’imperatore di Bisanzio Giovanni V Paleologo rinunciò alle pretese di riconquistare le isole, conferì loro il titolo di Re e di Depotas, assegnandogli la potestà, non solo su Chios, ma anche su Samo, Enussa, Icaria, Co, Santa Panaria, Lesbo, e Focea.
I Giustiniani esercitarono il loro dominio nell’Egeo ininterrottamente per 220 anni, dal 1347, anno di fondazione della Maona Vecchia, sino al 1566, data della definitiva conquista ottomana dell’isola di Chios e del conseguente scioglimento della società per azioni Maona Giustiniani.
Sessanta anni dopo la costituzione della prima Maona, venne istituita a Genova la Banca di San Giorgio che, a buon diritto, può essere considerata non solo la prima banca, ma anche la prima società per azioni del mondo in chiave moderna, ossia ad azionariato popolare.
Tutto ebbe inizio nella metà del XII secolo, durante la prima guerra intrapresa dalla Repubblica di Genova contro i musulmani che avevano invaso la Spagna (1148-49) e il Governo della Repubblica aveva chiesto un prestito ai cittadini promettendo che, a fine guerra, sarebbero stati rimborsati con gli interessi.
Nacque così il ‘Debito Pubblicò che, sin dalle origini, disattese le aspettative dei sottoscrittori.
Infatti, invece di estinguersi, il debito venne rinnovato e continuò a crescere e a trasmettersi di padre in figlio.
Nel corso degli anni, i creditori insoddisfatti si riunirono in società di mutuanti che, nel 1252, si consorziarono in una sola «cassa» con un capitale di crediti di 2,8 milioni di lire di allora.
Nel 1257, vista l’impossibilità di farvi fronte, il governo della Repubblica decretò il consolidamento del Debito Pubblico, cosa che spinse i creditori a costituirsi in un sodalizio ancora più stretto al fine di sollecitare il rimborso delle proprie spettanze.
Da queste associazioni di creditori mutuanti, che erano solite riunirsi nella Casa di San Giorgio, antica residenza dei Capitani del Popolo, nacque, nel 1408, la prima banca, la cui origine può essere riferita agli eventi che trasformano la Casa di San Giorgio in Cassa, per divenire poi Compere di San Giorgio e, infine, Banca di San Giorgio.
Dopo che nel 1396, il doge Antoniotto Adorno cedette volontariamente al Re di Francia la signoria sulla Serenissima Repubblica di Genova, la Repubblica venne temporaneamente amministrata da alcuni governatori francesi, tra i quali, a partire dal 1401, il maresciallo Boucicault, che i genovesi chiamano Bucicaldo.
Nell’intento di risolvere la questione del Debito Pubblico, il Governatore Bucicaldo, dopo aver chiesto il parere del Consiglio degli Anziani, il 23 aprile 1407 emise un decreto con cui istituiva le «Compere di San Giorgio», che eliminavano la giungla delle rendite, stabilendone una, unica e fissa, al 7%.
I soci fondatori delle Compere di San Giorgio erano, in prima istanza, i maggiori creditori del Debito Pubblico, che si erano già costituiti nella Cassa di San Giorgio, e che vennero sollecitati dal Governatore Bucicaldo a rilevare anche i debiti dello Stato nei confronti di gran parte delle Maone e degli amministratori delle colonie.
Ben presto i primi associati furono affiancati da un azionariato minore, diffuso tra i vari strati della popolazione, con i dividendi riconosciuti annualmente agli azionisti in proporzione agli utili conseguiti.
Nel 1408 i soci delle Compere di San Giorgio fondarono la Banca di San Giorgio, che cominciò a operare come Istituto di deposito e credito, per sviluppare, dopo qualche tempo, anche attività di anticipazione e sconto.
Copyright: GUIDO CRAPANZANO
Consulente numismatico della Banca d’Italia