La prima banconota europea viene emessa nel 1661 in Svezia, dalla banca fondata da Johan-Palmstruch. Anche se il valore è manoscritto, il taglio è comunque fisso e prestabilito. Nelle emissioni successive tutte le indicazioni, tranne le firme, saranno a stampa. I valori vanno da 5 sino a 1.000 Daler.
Questa banconota ha già tutte le caratteristiche del biglietto moderno, oltre al taglio fisso è pagabile a vista al portatore, è numerata, riporta la data di emissione e le firme di numerosi funzionari della banca e ha un gran numero di bolli a secco che ne garantiscono l’originalità.
Ma come mai proprio a Stoccolma, in Svezia, è stata autorizzata l’emissione di questo nuovo strumento finanziario?
Nel XVII secolo la Svezia è la maggior produttrice mondiale di rame, dalle sue miniere si estrae oltre il 90% di tutta la produzione mondiale, mentre nel Paese la produzione di oro e argento è scarsissima. Così, tutte le monete vengono coniate in rame, e per i valori alti si usa una moneta da 10 Talleri, che nel 1664 pesa poco meno di 20 chili: un po’ scomoda da portare in giro.
Dopo che nel 1660 si verifica un aumento mondiale del prezzo del rame, il valore facciale delle monete in circolazione supera quello intrinseco, e occorre quindi coniare nuove monete più leggere. Ma la pubblica amministrazione non riesce a produrle in quantità sufficiente e si verifica una carenza di circolante.
È approfittando di questa situazione che, nel 1656, Palmstruch fonda la Wexeloch Lane Bank, che nel 1661 comincia a emettere banconote senza disporre di adeguate riserve metalliche.
Palmstruch è un avventuriero, ma anche un geniale finanziere (come sappiamo le due cose a volte si associano), che ha maturato una precedente esperienza commerciale in Olanda. Nato a Riga nel 1611, nel 1635 arriva a Amsterdam, dove si dedica prima al commercio e poi alla finanza. Dopo qualche anno di successi, si lancia in rischiose speculazioni e accumula debiti che non è in grado di saldare. Viene incarcerato per cinque anni e quando viene liberato, nel 1644, si trasferisce a Stoccolma, dove torna a operare sul mercato speculativo. Dopo una serie di fortunate operazioni, accumulata una piccola fortuna, apre la sua banca.
Palmstruch, che ha sviluppato un’ottima conoscenza degli strumenti finanziari utilizzati per le transazioni commerciali, capisce che i titoli di credito disponibili sono troppo complicati, richiedono il pagamento di commissioni, di interessi, hanno scadenze mobili, non sono riscuotibili a vista, richiedono girate e talvolta presenza fisica dei depositanti o dei succedenti. Pensa quindi di realizzare un titolo di credito semplice, alla portata di tutti che non richieda conoscenze delle pratiche finanziarie, un biglietto che chiunque può ricevere e spendere, su cui è chiaramente indicato il valore, pagabile e a vista. Insomma, la moderna banconota.
L’idea ha successo. Le banconote circolano, tutti le accettano e la convenzione monetaria è presto instaurata.
Non vi sono ragioni per pensare che le cose possano andar male. Palmstruch amministra la banca con opportuna oculatezza, ma ha fatto i conti senza l’oste, che in questo caso veste i panni del Re. Visto il successo della banca, i funzionari governativi, ignari delle regole che governano la circolazione monetaria cartacea, iniziano a considerare la banca come la propria cassaforte, chiedono prestiti su prestiti in banconote, senza fornire altra garanzia se non l’arroganza dell’autorità.
Alla fine del 1663, la situazione economica della banca comincia a farsi difficile, perché si sparge la voce che non c’è sufficiente disponibilità per il rimborso delle banconote.
Per tentare di riassestare la situazione, Palmstruch chiede ai ministri il rimborso in metallo dei prestiti, ottenendo solo però l’autorizzazione a svalutare dell’otto per cento le sue banconote. Dopo travagliate vicende che vedono Palmstruch subire ulteriore vessazioni governative, nel 1666 la banca viene liquidata e il titolare deferito al tribunale come unico responsabile del dissesto. Viene incarcerato dal 1666 sino al 1670, e l’anno successivo morirà.
Come molti grandi innovatori, Palmstruch è vittima del suo tempo, ma la traccia che lascia aprirà la strada all’avvento della circolazione monetaria cartacea.
Al fine di risolvere i problemi monetari connessi alla liquidazione alla banca di Palmstruch, il governo svedese, crea nel 1668, la Riksen Stӓnder Bank (Banca degli Stati del Regno) che ritirerà le banconote ancora in circolazione emettendo, a sua volta, biglietti di credito ove apparirà a stampa solo l’anno di emissione, e talvolta anche il valore nominale.
Tratto da “Soldi d’Italia” – A cura dell’autore: Guido Crapanzano