Il collezionismo di banconote antiche è una delle branche della numismatica.
La diffusione del collezionismo in Italia risale alla seconda metà del XX secolo ed primi tentativi di realizzare un catalogo che racchiudesse le emissioni di Banconote in Italia, con i relativi prezzi di mercato, risalgono alla fine degli anni 60, con i cataloghi realizzati da Adolfo Minì (“La Cartamoneta Italiana” – Ed. Ingrana 1967) e da Libero Mancini (“Catalogo Italiano della Cartamoneta” – Tipografia Galeati 1967).
Il settore vive di una cerchia di appassionati e studiosi relativamente ristretta, ma che si allarga lenta e inesorabile, fino alla fine degli anni 80 e ai primi anni 90, in cui molti nuovi collezionisti si affacciano alla raccolta dei nummi cartacei e cataloghi più recenti consentono una facile classificazione. Un numero di estimatori più elevato ha indirettamente permesso, quindi, di evidenziare gli esemplari più rari, le varietà e le particolarità delle specifiche emissioni, ma ha anche dato maggior valore alle banconote meno reperibili e a quelle meglio conservate.
Al contrario di altri tipi di collezionismo, però, la cartamoneta non vive di un “boom” momentaneo, oggetto di speculazione, che provoca un repentino innalzamento dei prezzi seguito da una altrettanto veloce svalutazione; al contrario le banconote continuano a mantenere quotazioni costanti o in rialzo così come accade da secoli per la moneta metallica. La causa del verificarsi di questo fenomeno è certamente dovuta a molteplici fattori tra i quali incide la difficoltà che si aveva nel tesaurizzare banconote al momento dell’uscita fuoricorso delle stesse, avendo un valore facciale spesso elevato, ma anche l’associare ancora oggi alle banconote un alto valore economico intrinseco.
Questi ed altri motivi, non citati per brevità, quali, ad esempio, la cura estetica delle antiche banconote italiane, hanno fatto della cartamoneta uno dei più validi settori del collezionismo in Italia e oltreconfine.
Per quanto detto è facile intuire come le banconote siano divenute allo stesso tempo un ottimo investimento che ha garantito facili guadagni anche a piccoli investitori, ma sopratutto, in questo periodo di crisi, un bene rifugio, per molti versi migliore dell’oro: ogni banconota è unica, con un proprio numero di serie, della quale si può dimostrare la proprietà e la lecita provenienza. Inoltre, specialmente per le emissioni ufficiali e più recenti, gode di un mercato stabile formato da un folto numero di collezionisti.
Riportiamo come esempio la quotazione negli anni, per un esemplare in buona conservazione, di uno dei biglietti più apprezzati e ricercati dai collezionisti, il 25 lire emesso il 23 Marzo 1902 :
Media prezzi cataloghi del 1967 : 47.500 Lire
Realizzo vendita all’asta di
Sinigallia nel 8 Giugno 1991 : 8.510.000 Lire
Valore attuale : Circa 23.000 Euro